sabato 14 agosto 2010

Da un articolo di Informare per Resistere

Notizia da cui parte questa riflessione: Click!

Io non conosco la storia della Fiat, ergo non mi permetto di mettere bocca su questo argomento, però sulla delocalizzazione un parere lo posso esprimere.
È il trionfo della mentalità capitalista nel senso più negativo del termine, in quanto il capitalismo potrebbe non essere un fenomeno negativo, bensì un'ulteriore strategia economica di gestione delle risorse come tante altre, ma è quando questa strada incontra e si scontra con problematiche sociali che la situazione diventa pericolosa. Come in questo caso.
Aprire stabilimenti in Serbia è conveniente per gli imprenditori ed i gestori delle multinazionali, non arreca ad essi danno economico, anzi ne traggono profitto, ma diventa un puro slancio egoistico nei confronti di quel Paese a cui dovrebbero essere rivolti gli introiti, nei confronti dei cittadini di quel Paese. E purtroppo questa prostituzione economica non è un problema che ha a che fare solo con la Fiat, è ormai usanza e pratica comune a tutti i paesi più o meno sviluppati.
La mentalità che vi sta dietro è orribile ed alienante perché, per un ritorno economico, si calpesta la dignità del lavoratore: quello italiano perché privato immotivatamente ed ingiustamente del lavoro e quello straniero perché, letteralmente, preso per i fondelli e sottopagato come se non avesse minimamente diritto ad uno stipendio degno.
L'attenzione dovrebbe essere puntata su questo, credo.
Spesso non si fa altro che ribattere teorie alienanti con obiezioni altrettanto alienanti o animate da una filantropia di plastica.
Cosa è che di concreto si fa per l'uomo? Credo praticamente nulla.
Esso è l'ultima ruota del carro insieme a tutti gli altri esseri viventi e questo atteggiamento è equamente diffuso sia fra i detrattori che fra i sostenitori, con la sottile differenza che fra gli uni esiste una sorta di coerenza di interessi e una sorta di "sincerità"[termine da prendere con le pinze perché totalmente inappropriato], mentre fra gli altri è facile trovare degli sbandieratori di teorie affascinanti, ma che trovano poi un riscontro nullo nella realtà. Per questo diffido, personalmente, di entrambe le parti.
La bugia di un uomo di potere è una bugia nota, è pratica millenaria alla quale ci siamo abituati per pigrizia di combatterla, la bugia di un uomo che millanta la difesa dei diritti di questo o quello per poi rivelarsi anch'esso un uomo di potere mascherato da uomo comune, beh, la trovo molto più grave e disonesta nei confronti di chi, a quelle bugie, cerca in qualche modo di crederci.

E: Click #2! -> Mettiamo da parte, per una volta, le ragioni economico-politiche, benché queste siano l'orbita attorno alla quale girano le azioni dei "potenti" del mondo. Osserviamo il lato umano, il lato ambientale, puramente geografico e culturale. Nel Mondo, inteso come Terra, esiste molto, moltissimo altro.

Alexis
24.07.2010

Come sempre siete tutti invitati a dire la vostra.

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