lunedì 25 ottobre 2010

«E i suoi occhi sembrano quelli d'un demonio che sogna*.»

*cit. Edgar Allan Poe, Il Corvo.

Ed è un lampo di poesia che squarcia il cielo avvolto da nubi e tenebra.
Mi chiedo Poe cosa abbia visto in quegli occhi, in quegli splendidi occhi corvini che osservano la sua muta e minuta figura dall'alto, con gli artigli appigliati all'elmo di Athena, quasi a rendere più imponente e terribile la sua figura.
Quali anime avrà visto volteggiare attorno a quelle pupille fisse e scure?
Come è possibile immaginare l'espressione di un demonio sognante?
Ditemi, non è questo uno slancio poetico/visionario dei più nobili ed alti della poesia tutta e di tutti i tempi?
Non credo mi sia mai capitato di leggere un verso più bello di questo e lo dico sul serio. C'è qualcosa di magico, mostruoso, terribile, ma assolutamente romantico in queste parole. 
Un d e m o n i o che s o g n a. Una caratteristica umana diviene dote animale e poi demoniaca e si tinge del colore della brace e del fuoco... e chi è che vede più un corvo dietro tale definizione? La sua immagine si offusca, si confonde e diviene antropomorfa, ancestralmente affascinante.

Stefano Arcidiacono Photo©

Alexis
25.10.2010

martedì 19 ottobre 2010

So...

Stati di reciproca indifferenza:
desideri coltivati a metà
senza la voglia dell'oltre.

Alexis
19.10.2010

Perché oggi va così.

lunedì 18 ottobre 2010

Innesti musicalcinematografici.

Certe volte capitano delle coincidenze incredibili e si finisce per ritrovare qualcosa che si era scoperto per caso tempo prima immerso in un contesto, al contrario, assai noto!
In realtà mi riferisco a qualcosa di molto più semplice di ciò che sembra, e si tratta, per l'appunto, di un particolare video associato ad una delle mie canzoni preferite di uno dei miei gruppi fondamentali, ovvero What If dei Godsmack.
Fra tutti i video, per lo più supporti audio, che avevo visto e intravisto riguardo questo brano, mi era sfuggito questo qui che è composto da un collage di diversi cortometraggi, fra i quali ho riconosciuto immediatamente il primo, "veduto" per la prima volta[e non ricordo nemmeno perché] al più tardi la scorsa settimana. 
Ecco qui, intanto, il video della canzone:


E qui il cortometraggio da cui sono tratte le prime scene, The Eye of Silence:


Purtroppo per me, non ho ancora i mezzi necessari per poter commentare questa animazione come meriterebbe di essere commentata, ma posso limitarmi ad esprimere un parere estetico o tentare di trovare un qualche significato partendo dalla breve descrizione posta a didascalia dello stesso.
Essa cita: «A doll's head is lost down a dark sewer. An experimental animation which is inspired by the idea of returning to the womb.»[traduzione sommaria: «Una testa di bambola si è persa in un'oscura cloaca. Un'animazione sperimentale ispirata dall'idea di un ritorno al grembo materno.»]
Innanzitutto noto come la testa di bambola non sia intera, bensì squarciata, questo potrebbe voler dare un senso di stampo negativo all'atto del nascere, come se una natura di per sé pura[o che noi crediamo tale tanto siamo abituati a pensare al grambo materno come un rifugio] si macchiasse di una letale deturpazione al momento dell'abbandono dell'utero. Quest'ultimo, poi, non appare affato come un luogo rassicurante. È umido, oscuro, abitato da figure e parti anatomiche che attirano e spaventano la testa fino a condurla innanzi ad una sorta di doppio, che non ho ben capito cosa potrebbe significare, ma che coincide terribilmente con l'annegamento della testa in un liquido che può essere sia liquido amniotico che liquido seminale.
Non nascondo di avere necessità di un confronto con altre ipotesi per capire bene o confermare il senso di quest'animazione, comunque pare voler essere un tentativo di donare una connotazione negativa ad un qualcosa che solitamente si ritiene piacevole, gioiosa, addirittura realizzazione di un sogno/desiderio per qualcuno.
Ma adesso passo ad un altro spezzone del video musicale che mi ha incuriosita e di cui sono riuscita a trovare immediatamente l'originale di appartenenza, Transition:


Stavolta, però, la spiegazione la si trova direttamente nei commenti ed è stata scritta direttamente da uno dei due creatori del corto/animazione, ovvero Jonathan Moyes: «We were inspired by the stories of organ stealing in Brazil. Basically, our character is sorta undead, and travels to a limbo land where he has flashbacks of being robbed of his organs. At the end the character accepts his own death... and really dies this time!».
Godeteveli perché credo siano davvero interessanti sia dal punto di vista della realizzazione[stop motion] sia dal punto di vista dei significati che intendono proporre e che poi ognuno interpreta a proprio modo.
Altra simpatica coincidenza, i creatori di Transition si autoaffermano ispirati dai video realizzati in stop motion per i brani dei Tool e dal lavoro cinematografico dei Quay Brothers, produttori e registi di alcuni video dei Pere Ubu.

Alexis
18.10.2010

sabato 16 ottobre 2010

Un parere sull'attuale.

Uhm non so se sia giusto dire ciò che sto per dire, ma è il mio parere ed in quanto tale ho diritto ad esprimerlo.
Ultimamente sto vedendo un proliferare su Facebook di gruppi e "Pagine Fan" su Sarah Scazzi, vittima di un delitto dalle dinamiche ancora poco chiare, ma che si prospettano sempre più terribili. 
Adesso, partendo dal fatto che credo che ciò che è avvenuto ai danni di questa ragazza sia terribile, frutto di una violenza bruta e meschina, nonché fredda e brutale, sinceramente devo esprimere il mio dissenso aperto nei confronti di questo commiato di massa. E non perché non sia corretto essere solidali con quanto accaduto, ma semplicemente perché penso se ne perda totalmente il valore ed il peso, si minimizza, diviene pura immagine, ologramma di un fatto di cronaca nera del quale rischiamo di dimenticare l'entità effettiva.
Non è un fenomeno "facebookiano", non è un prodotto di consumo, è un fatto accaduto e mi rammarico di dover riconoscere come questa stessa incuria sia osservata per tantissime altre argomentazioni più o meno importanti. 
La gente si illude che scrivendo un particolare stato su Facebook o condividendo un link creato per una qualsivoglia causa, avvenga l'automatica passata di mano sulla coscienza così da poter dire tutti in allegria e con moderata soddisfazione: "Anche io ho contribuito!".
Ora non voglio fare dell'anticonformismo inutile e fine a se stesso, anche io avrò fatto delle cose simili sicuramente, mi sarà capitato, anche se al momento non ricordo alcun caso particolare, ma penso che sia importante rendersi conto del fatto che la virtualità è un veicolo di trasmissione di informazioni, ma non è veicolo di azioni [a parte petizioni online e robe del genere che comunque lasciano il tempo che trovano poiché, in ogni caso, non sono atti concreti per fermare o favorire questa o quella mozione, sono solo firme virtuali che non costano né sudore né fatica.].
Anche questo, purtroppo dobbiamo rendercene conto, fa parte dell'alienazione di massa e distacco dal reale che stiamo vivendo e se pensiamo che sono già tante le persone che presenziano a cortei e manifestazioni di qualsiasi colore politico solo per fare numero e massa, figuriamoci quante ancora possono essere quelle che utilizzano la vetrina internettiana del momento per far figurare il proprio nome/faccia fra "coloro i quali hanno fatto qualcosa per una causa X"!
Dobbiamo riguardarci dall'errore di considerare questo come "impegno sociale", magari è una nuova forma, un contributo, una sensibilizzazione con base più estesa, ma non è e non sarà mai il reale, né sarà mai la soluzione. L'azione, anche all'epoca di Internet, rimane sempre la più importante ed efficace delle scelte.

venerdì 15 ottobre 2010

Suggerimenti Astrali

Direttamente da: Oroscopo Rob Brezsny-Internazionale.

Sagittario - 15/21 ottobre 2010
22 novembre – 21 dicembre
Per assegnarti il compito di questa settimana, ho preso in prestito qualche idea dalla lista di suggerimenti che il poeta del Sagittario Kenneth Patchen dà nel libro The journal of Albion moonlight. Sei libero di improvvisare, ma cerca di realizzarne almeno tre:

1) soffoca ogni residuo di vergogna;
2) non sopportare nessuna croce; 
3) allarga tutti i confini;
4) arrossisci sempre di stupita innocenza;
5) scava nel tuo subconscio;
6) passa da un mondo all’altro con spensierata devozione; 
7) espelli il primitivo;
8) crea un cervello libero; 
9) non rinunciare a nessuna oscenità succulenta;
10) verifica l’irrazionale; 
11) conquistati una reputazione sublime;
12) crea almeno un mostro;
13) moltiplica tutte le opinioni;
14) appartieni a tutti.

Credo siano le parole più belle ed adatte a me che io abbia mai letto. Adesso, non fissiamoci sull'idea dell'oroscopo in sé e per sé, ma queste parole mi hanno colpita in maniera profonda perché descrivono proprio quello di cui sto tentando di discutere con me stessa e con gli altri in questo periodo.
Ho sempre considerato il confronto come una base fondamentale per la crescita e riuscire ad ottenerlo tramite il dialogo con diverse persone, nuove conoscenze o datate che siano, credo mi possa aiutare per la ridefinizione di me stessa, dei miei limiti, del mio relazionarmi con un mondo che, come dicevo qualche post prima, trovo molto diverso da quello che conoscevo. In queste parole vi è insito l'obbiettivo primario della mia esistenza al momento: vivere, con tutti i rischi del caso.
Ho bisogno di afferrare tutto con le mie mani, di toccarlo ed essere pronta a trovarvi un letto di petali o di spine. So che non potrei essere altrimenti. E riguardo molti suggerimenti, direi di essere già a buon punto sulla tabella di marcia. :)

mercoledì 13 ottobre 2010

Kris Kuksi

Artista dalla delicatezza immensa nelle rifiniture e dalla spietata ferocia delle rappresentazioni. Ogni guglia, ogni pinnacolo è un ago che trafigge la pelle, un preludio d'incubo che sta per farsi realtà. Un genio del Contemporaneo.

Kris Kuksi©
Nei suoi lavori vengono spesso rivisitate opere del glorioso passato dell'Arte di tutti i tempi, vengono rovesciate di senso, ne viene deturpata la bellezza, è una denuncia. Una denuncia contro la bestemmia dell'uomo nei confronti del mondo, della bellezza, della storia, della purezza e quindi dell'Arte stessa. 

Kris Kuksi©
Eroi costretti ad una guerra nucleare, dai corpi cosparsi di sangue. Niente più spade e pugnali, ma fucili,e bombe. Niente più corpi semi-divini immersi in un'aura di olimpica perfezione, ma esseri mutilati e rabbiosi rinchiusi in distopiche isole-mondo.

Kris Kuksi©

Kuksi rappresenta un mondo in cui brutalità primordiale e tecnologica si fondono l'una con l'altra. Gli antichi Dei divengono messaggeri di morte e lotta fratricida. È Apocalisse.
Per questo e molto altro recarsi su: Kris Kuksi WebSite.
Alexis
13.10.2010 

lunedì 11 ottobre 2010

Sperimentando la Delicatezza

È difficile guarire dalla malattia della delicatezza.
Una volta sperimentata, una volta compresa la realtà della sua esistenza, è assolutamente impossibile dimenticarsene o non desiderarla ancora. Soprattutto per le anime che non l'hanno mai incontrata.
E basta un gesto, un gesto semplice e probabilmente privo di senso effettivo per scatenare il desiderio di una seconda volta.
Quando ci si sente trattati come un fiore che viene accarezzato e non colto, immediatamente nel cuore nasce la consapevolezza di un'ulteriore necessità che diventa vitale ed indispensabile, perché era ciò che si desiderava da un vita, in fondo.
Come si può, adesso, tornare indietro e accontentarsi? Come si può evitare di ricercare qualcosa di meraviglioso di cui si è fatta esperienza ma che pur rimane così rara da trovare?
E per scatenare tutto questo, per giungere al punto di non ritorno, non è bastato che un cenno mosso da una natura intrinseca, disinteressata, a suo modo splendidamente pura.

Alexis
11.10.2010

Condivisioni Musicali

sabato 9 ottobre 2010

La società delle contingenze

Ultimamente mi sono trovata a riflettere su diverse questioni che hanno tutte un po' a che vedere con la stessa cosa, ovvero le reazioni umane alle esperienze accumulate e vissute.
Più mi guardo attorno, più noto come certe parentesi del vissuto rimangano impresse indelebilmente sulle anime e negli atteggiamenti delle persone, come se si costruissero delle sovrastrutture che si attaccano come metastasi allo scheletro rendendolo pesante e goffo nei movimenti, non più leggero e fluido come un tempo. Si è spesso coscienti della "falsità" di queste strutture, della necessità di scrostarle e lavarle via, eppure molto spesso ci si arrende semplicemente alla loro esistenza, senza un reale tentativo di pulitura. Ciò, infatti, comporterebbe un'analisi approfondita sul proprio essere[cosa che risulta parecchio ardua e difficile da attuare ed accettare] che puntualmente viene evitata dagli spiriti più deboli. E si cade in contraddizione, verso gli altri e verso se stessi.
Mi rendo conto di come molti, in un modo o nell'altro, lottino per la riconquista del proprio sé originario e di come si fatichi nel raggiungimento dello scopo, perché è come se, con la maturità, si fosse persa una parte essenziale del proprio essere, che in fondo non è altro che la genuinità. Il rapporto con gli altri si complica, entra in gioco la malizia, l'interesse, il dubbio, la mancanza di fiducia e l'ipocrisia e ci si accorge che sono pochi i legami creati su basi solide perché, fondamentalmente, disinteressate.
Dovremmo essere rieducati alla spontaneità, al pensare che l'altro può essere un amico.
Altre contraddizioni che colgo, invece, si trovano nei rapporti amorosi, se così li si possono definire, dove ormai pare non vigere più alcuna regola, prima fra tutti la coerenza e la correttezza. Vedo solo spiriti molli attorno a me che si abbandonano a trame di relazioni ambigue e prive di senso solo per il raggiungimento di una qualche forma di accettazione e stima da parte degli altri o per la semplice volontà di crogiolarsi in situazioni comode e poco impegnative.
Io continuo a chiedermi il perché di questo.
Malsopporto questo debolezza, questa poca forza di spirito[forza che ho sempre considerato fondamentale nei rapporti con gli altri] e che non è, attenzione, l'abbandonarsi ai sentimenti, poiché quella la considero la forza suprema dell'essere umano, ma l'abbandonarsi alle contingenze, al caso, a ciò che la vita da senza tener conto di ciò che si può prendere e conquistare con le proprie mani, anche a costo di impiegarci mesi ed anni.
Manca il coraggio, manca la volontà di mettersi in gioco in favore di un'esistenza piatta e priva di colpi di scena... ma tutto questo, signori miei, non fa per me.

Alexis
09.10.2010

venerdì 1 ottobre 2010

[In penombra]

«V'è forse, in noi Orientali, un'inclinazione ad accettare i limiti, e le circostanze, della vita. Ci rassegniamo all'ombra, così com'è, e senza repulsione. La luce è fievole? Lasciamo che le tenebre ci inghiottano, e scopriamo loro una beltà. Al contrario, l'Occidentale crede nel progresso, e vuol mutare di stato. È passato dalla candela al petrolio, dal petrolio al gas, dal gas all'elettricità, inseguendo una chiarità che snidasse sin l'ultima parcella d'ombra.»

Junichiro Tanizaki
«Libro d'ombra»


Per il mio sentire, questo testo è stato veramente una rivelazione e non nel senso delle notizie sconosciute che mi ha fornito, in quanto conoscevo già questo gusto tutto orientale della penombra e delle luci soffuse[sebbene mi abbia arricchita di curiosità e nozioni su usi costumi e sul teatro tradizionale giapponese], ma mi ha resa ancora più cosciente della mia affinità con il "mondo fluttuante". Come se certi rimandi facessero parte di me in modo innato, io li attuassi quotidianamente con naturalezza fino, poi ,ad identificarli come appartententi a qualcosa di apparentemente lontano da me.
Il gusto per la penombra è un gusto antico che ha pervaso anche le culture occidentali e medio-orientali più sapienti e culturalmente radiose, quali quella greca o quella egizia[ mi vengono in mente i templi illuminati dalle sole torce] e credo che, in fondo, la penombra renda il senso di sacralità dei luoghi, non svela del tutto, non permette di vedere chiaramente, è come una fede. Fidarsi della penombra è affidarsi a quel qualcosa di mistico e divino che percepiamo, talvolta rifiutiamo o troppo spesso accettiamo come certo, mentre rimane, finché siamo umani, soltanto un lieve barlume di luce che filtra sul nostro spirito, a prescindere dal tipo di fede cui ci accostiamo.
L'Occidente illuminista ed illuminato distrugge il misticismo dell'ombra, l'Oriente lo preseva e tutela come bestia rara in estinzione ed in questo testo, in questo fantastico piccolo testo, Tanizaki sottolinea l'importanza del conservare l'ombra per tutto ciò che per gli orientali, ma anche per l'uomo di tutti i tempi e Paesi, significa.
In fondo, Oriente e Occidente, non sono due mondi opposti, sono due modi diversi d'intendere l'esistenza ed esattamente come luce e ombra più che contrapporsi dovrebbero cercare di incontrarsi per imparare reciprocamente qualcosa che si è perso nel tempo[l'ombra] o che si è guadagnato[luce].
Viviamo in un mondo più bello e più ricco di ciò che crediamo, ma non è facile rendersene conto.

Alexis
30.09/01.10.2010