*cit. Edgar Allan Poe, Il Corvo.
Ed è un lampo di poesia che squarcia il cielo avvolto da nubi e tenebra.
Mi chiedo Poe cosa abbia visto in quegli occhi, in quegli splendidi occhi corvini che osservano la sua muta e minuta figura dall'alto, con gli artigli appigliati all'elmo di Athena, quasi a rendere più imponente e terribile la sua figura.
Quali anime avrà visto volteggiare attorno a quelle pupille fisse e scure?
Come è possibile immaginare l'espressione di un demonio sognante?
Ditemi, non è questo uno slancio poetico/visionario dei più nobili ed alti della poesia tutta e di tutti i tempi?
Non credo mi sia mai capitato di leggere un verso più bello di questo e lo dico sul serio. C'è qualcosa di magico, mostruoso, terribile, ma assolutamente romantico in queste parole.
Un d e m o n i o che s o g n a. Una caratteristica umana diviene dote animale e poi demoniaca e si tinge del colore della brace e del fuoco... e chi è che vede più un corvo dietro tale definizione? La sua immagine si offusca, si confonde e diviene antropomorfa, ancestralmente affascinante.
Stefano Arcidiacono Photo© |
Alexis
25.10.2010
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