domenica 24 aprile 2011

"Orientalità"

"La voce esprime la vera energia vitale. 
Si grida anche davanti al fuoco, al vento, alle onde. 
Il grido è la voce dello spirito."

Musashi Miyamoto, "Il libro dei cinque anelli", da Il libro del fuoco - Hi.

venerdì 22 aprile 2011

Gorin no Sho

In realtà, al momento, ho un groviglio di pensieri che mi si agitano nella testa.
Ma sono ancora parecchio confusi e viaggiano fra tesi e antitesi, senza però giungere ad una sintesi!
Intanto procede la lettura del Libro dei Cinque Anelli di Musashi Miyamoto, e posso solo dire che questo testo va oltre il suo contenuto: sto provando la sensazione che già mi era stata preannunciata, senza però essere stata condizionata da questa.
Miyamoto prende in esame le tecniche di combattimento della Scuola delle due Spade,  da egli stesso fondata, incentrando il proprio insegnamento sulla concentrazione e la fermezza, ma anche sulla fluidità e la capacità di mutare naturalmente, adattandola, la propria posizione di combattimento in base alle condizioni richieste dallo scontro in atto.
Beh, io credo che questo sia un precetto fondamentale da intendersi sotto il profilo più esteso di una filosofia di vita, piuttosto che in esclusiva relazione con la via dell'Hejō [arte del samurai], poiché, almeno in base a ciò cui sono giunta negli ultimi anni, credo sia indispensabile evitare di farsi trovare rigidi di fronte ai più disparati accadimenti che compongono il percorso di un individuo.
Miyamoto Musashi
Essere flessibili, giunchi che non dimenticano di essere giunchi se piegati un po' al vento o fluida e malleabile acqua, le cui molecole rimangono intatte nonostante le numerose forme e stadi che essa può assumere.
Una volontà forte che non corrisponde ad una rigidità d'atteggiamento e ad un animo granitico, bensì che può mostrarsi in libertà sotto l'aspetto cangiante di un camaleonte e che mai sarà considerata come fittizia o falsificata; il camaleonte rimane camaleonte, a prescindere dal colore che vestirà la sua pelle. 
È l'identità il perno, non la forma!
L'identità nella sua multiforme ma immutabile essenza! :)
Io scrivo con entusiasmo queste righe, perché, ogni volta che mi trovo davanti al pensiero orientale, lo riscopro sempre più vicino al mio sentire, ma seguendo un percorso del tutto naturale.
Credetemi, non esiste presunzione nelle mie parole o perentorietà, non intendo insegnare nulla a nessuno, ma solo trasmettere un qualcosa che sfavilla dentro il mio animo. 
Questa è un'altra delle grandi lezioni che sto ancora cercando di imparare: la modestia dell'espressione.


lunedì 18 aprile 2011

Quiete

È difficile sperimentare la quiete dopo aver attraversato una tempesta.
Le emozioni hanno entità e conformazione differente, agiscono in maniera diversa sull'animo e sull'individuo, ma è come se, silenziosamente, andassero a formare un substrato resistente e solido, delle fondamenta sulle quali,  con calma, verrà eretto qualcosa di ancora ignoto e sconosciuto.
Chissà dove mi condurrà questo sentiero... sono curiosa, ma, sembrerà strano, non ho nessuna fretta. :)

venerdì 15 aprile 2011

On the road!

Sento lo spirito vivo, come non mi accadeva da anni!
E sapete da cosa lo deduco? Da come disegno, da come ricerco, provo, mi incuriosisco!
Forse sto ritrovando veramente la 'strada maestra'... e la cosa mi riempie di gioia! *_*


mercoledì 13 aprile 2011

Mogwai - Folk Death 95


Brano tratto dall'album che più preferisco di questa straordinaria band.
Sono emozioni vive e pure, almeno per me.
Ve le reco in dono, fatene ciò che volete, a patto che ne abbiate cura.

Dell'altro che abita dentro.

Certe volte si scrive, altre si dimentica di farlo, ma ciò che non si arresta è l'attività del pensiero.
Se solo provassimo a farlo, ci accorgeremmo di come questa sensazione, l'assenza di pensiero, in realtà sia solo una mera illusione.
Ad un pensiero ne sopraggiunge un altro di consistenza uguale e contraria, al "pensare" sostituiamo l'ordine del "non pensare" e nel pensare al non pensare pensiamo ugualmente.
Tutto ciò mi fa supporre che la maggior parte delle attività meditative partano e si sviluppino totalmente dalla mente [e qui qualcuno di mia stretta conoscenza potrebbe rimproverarmi di avere nuovamente scoperto qualcosa che era stato già intuito precedentemente! :P] e che nella mente si concretizzino fino a divenire altro, percepito in forma estranea ed esterna.
La cosa non mi spaventa, anzi mi affascina parecchio il pensare che la mente umana possieda una potenza così elevata e, comunque, questo auto-condizionamento non esclude affatto che, attraverso di esso, si possa realmente accedere a mondi interiori ed immagini interiori decodificate tramite simboli a noi più o meno noti.
Ciò che pensiamo sia al di fuori, torna nuovamente all'interno; ciò che abbiamo relegato ad una dimensione esterna, ci apparterrebbe nuovamente accrescendo, al nostro occhio, la dignità dell'essere vivente, umano nello specifico; per parlare del mondo animale si dovrebbe riuscire a comunicare effettivamente con quest'ultimo.
È interessante, fra l'altro, notare come una tendenza umana sia quella di spostarsi lontano per conoscere, continuando ad ignorare ciò che si ha sotto il naso.
L'uomo ha esplorato mondi, scoperto continenti e nuove specie, ha sondato e sta ancora sondando le potenzialità della conoscenza scientifica, ma ignora ancora il significato esatto di un "miao".
Le sue intenzioni sono intuibili attraverso l'osservazione, ma per quanto vicina, la mente di un animale a noi rimane pressoché ignota.
Interpretiamo i gesti, le espressioni secondo un codice umano, come è normale che sia, ma sfugge ancora la comprensione reale e concreta del linguaggio animale.
Alexis, Occhio di tigre, schizzo, 2007.
E continuiamo ad osservarli, a studiarli, a lasciarci affascinare da essi, continuiamo a condividere con loro le nostre case, i nostri spazi, le nostre emozioni certi che il linguaggio dei gesti, degli occhi, sia e rimanga universale.
Io sono una sostenitrice di questo pensiero e non credo smetterò facilmente di scrutare uno sguardo fidandomi solo delle sensazioni che mi vengono trasmesse dagli occhi, sento una profonda ed intima connessione con questo mondo che mi viene confermata dal contatto; credo nello straordinario e vesto le esperienze di sostanze magiche.
Forse sto soltanto tentando di colorare il mio mondo, ma queste luci che vedo e creo, aprono a me spiragli verso quell'altro che, probabilmente, mi abita dentro.


Alexis[A.H.V.] 
13.04.2011

lunedì 11 aprile 2011

Di tutto un po'

Oggi mi sento un po' vuota a dire il vero.
Quei giorni in cui si vive uno stato di semi-sonnolenza perenne, in cui ci si adagia nella totale ignavia delle sensazioni, ma non è nulla di preoccupante! Solo uno stato stagionale che mi fa essere più riflessiva ed interiorizzata del solito, e mi porta ad entrare in una fase di parziale discesa di umore.
Intanto ho deciso di portare avanti un progettino fumettistico che ha per protagonista un funghetto di SuperMario!
Adoro da sempre i personaggi di questa serie di videogiochi, ma i funghi e i gufi, per le loro particolari espressioni totalmente apatiche o stizzite, meritano una menzione d'onore che ho intenzione di celebrare con alcune vignette.
Questi lavoretti, che non sono nulla di eccezionale dal punto di vista stilistico, verranno pubblicati sul mio spazio DeviantArt e, al momento, posso presentarvene due: un disegno generale e una vera e propria vignetta! ^_^


venerdì 8 aprile 2011

Meraviglia.

Il mondo di Miyazaki

Ogni film di Miyazaki vive di una magia propria.
E dall'ultima visione sono rimasta totalmente incantata!
Sarà per via del mio animo bambino, sarà per via dei colori, della semplicità del tratto e della genuinità dei personaggi che si muovono all'interno della storia, ma Ponyo sulla scogliera mi ha lasciato il cuore caldo e colmo di tenerezza.
Porco Rosso mi aveva fatto un effetto simile, anche se si trattava di una magia più 'adulta, più complessa, complice l'atmosfera e l'aura misteriosa che aleggiano intorno al personaggio principale; era qualcosa di più nostalgico, trasognato, al contempo disilluso, mentre in Ponyo vive tutta la vivacità della sensibilità fantastica dei bambini, tutta la loro inventiva e capacità di dispiegare mondi che Miyazaki sembra aprire anche agli adulti.
La Principessa Mononoke colpisce per la sua solennità, la fierezza ferina di ogni singolo protagonista, l'aspetto selvaggio che si congiunge a forme di umanità autentiche, primitive, sincere e nobili, mentre Il Castello Errante di Howl gioca sui sentimenti, sulle 'stramberie' e particolarità dei personaggi che si incastrano perfettamente creando un puzzle varipinto e completo di qualsiasi sfumatura.
Ma una delle cose che mi ha più colpita, in Miyazaki, è che non v'è traccia di odio.
Vi possono essere delle ostilità più o meno accentuate, ma si tende sempre allo scioglimento di queste al fine di una ritrovata armonia. E delle donne di Miyazaki che dire? E delle vecchine pure come bambini? Degli animali con anima e coscienza? Dei simpatici Kodama che abitano la foresta?
Miyazaki è un mondo, un mondo che vive in un uomo e che, attraverso di esso, si propaga all'esterno per regalare a tutti noi piccole epifanie.

«A Ponyo piace Sosuke!» :)

mercoledì 6 aprile 2011

Approaches

Sinceramente non comprendo il motivo per cui, taluni, credono di aver acquisito un'aura divina per il solo fatto di avere compiuto determinate scelte.
Non parlo di individui a caso, né di scelte generiche e casuali, bensì parlo di coloro che [ovviamente non tutti] si approcciano alle più disparate pratiche new age, yoga, vegetarianesimo, vegan e giù di lì.
Premettendo che questa mia critica non va alla scelta in sé, rispettabilissima se supportata da una buona dose di consapevolezza e modestia, e che io stessa ho praticato yoga, continuerò a farlo e continuo a meditare su scelte come il vegetarianesimo e sugli intrinsechi motivi e problematiche legate a questa particolare concezione che non è solo legata all'alimentazione, vorrei specificare che, con questo post, intendo solo esprimere una perplessità nei confronti dei soliti millantatori, sempre presenti in ogniddove, che paiono immersi in uno stato di santità ad honorem.
Ho avuto modo di osservare da vicino gli atteggiamenti che critico e, da subito, mi hanno fatta storcere il naso.
Credo essenzialmente che accostarsi a filosofie di questo tipo preveda un'ingente dose di umiltà e modestia, soprattutto per ciò che concerne lo yoga[la via che più conosco e sulla quale posso discorrere meglio], non tanto per un'aderenza cieca alla dottrina, quanto più per la riflessione che in essa e con essa matura.
La yoga è una via spirituale che educa gli animi alla comprensione, alla quiete, al rispetto del proprio Io e di quello altrui e del sistema in cui viviamo e siamo immersi, è una via che mira all'armonia e all'equilibrio.
Per me, ad esempio, è sempre stato [e lo è ancora] molto difficile misurarmi con la mia umanità e con la carica istintuale che essa comprende, ho sempre saputo di non essere effettivamente capace di avere pieno controllo della mia indole, quindi, il mio approccio allo yoga ha portato con sé una riflessione sull'effettiva possibilità, da parte mia, di superare la mia umanità per estendere ed espandere la mente, aprirla alle infinite possibilità delle cose e considerarle tutte, superare le ire che il quotidiano trae a sé e, prima di tutto, cercare di comprendere me stessa amandomi, che poi è uno dei precetti primi dello yoga. 
Trovare armonia ed equilibrio con se stessi, fra anima e corpo, considerarli un'unica cosa, non è semplice, non è semplice accettarsi, non è semplice evitare di cadere, imparare ad accettare di essere caduti e porgersi la propria mano per rialzarsi, non è semplice accogliere totalmente la propria umanità per superarla e renderla qualcosa di più, o meglio, renderla umanità nel senso più vero del termine... anche se poi, riflettendoci: quale è il vero senso dell'umano? Cosa definiamo come tale?
Sono talmente tanti i quesiti legati non solo a scelte del genere, ma già alla natura stessa degli esseri umani e non, che questo suscita in me un senso di piccolezza.
Spesso io stessa ho compiuto scelte approssimative paventando ragionamenti altrettanto limitati che sono stati distrutti in pochi secondi, e da quella distruzione è nata una fragilità fondamentale, una fragilità che necessitava di essere portata a galla, una fragilità che adesso non mi permette di asserire e sentenziare con sicurezza, ma che apre le porte al dubbio e alla possibilità di soluzioni diverse. Da questo sto intravedendo una luce.
Per questo, ora più di prima, non comprendo chi sembra essere vestito di una sicurezza permanente, per questo mi piacerebbe che esistesse una riflessione più profonda su certe questioni... ma ancora una volta sbaglio, ancora una volta giudico istintivamente, ancora una volta non domo la lingua con il pensiero.
Beh, ho tanto da imparare anche io da quello che ho scritto, a quanto pare! :)

lunedì 4 aprile 2011

Frammenti #4

Miro ad una mente che sappia essere libera, spogliata di qualsiasi preconcetto.
Ad una sincera ed umile consapevolezza che divenga condivisione, non presunzione.
La difficoltà sta proprio qui:
nell'essere coscienti senza ergersi spocchiosamente a profeti.

domenica 3 aprile 2011

Alive, I.

] Parabol+Parabola [ 


So familiar and overwhelmingly warm
This one, this form I hold now.
Embracing you, this reality here,
This one, this form I hold now, so
Wide eyed and hopeful.
Wide eyed and hopefully wild.

We barely remember what came before this precious moment,
Choosing to be here right now. Hold on, stay inside...
This body holding me, reminding me that I am not alone in
This body makes me feel eternal. 
All this pain is an illusion.

***

We barely remember who or what came before this precious moment,
We are choosing to be here right now. Hold on, stay inside
This holy reality, this holy experience.
Choosing to be here in

This body. This body holding me. Be my reminder here that I am not alone in
This body, this body holding me, feeling eternal
All this pain is an illusion.

Alive, I

In this holy reality, in this holy experience. Choosing to be here in

This body. This body holding me. Be my reminder here that I am not alone in
This body, this body holding me, feeling eternal
All this pain is an illusion.


Twirling round with this familiar parable.
Spinning, weaving round each new experience.
Recognize this as a holy gift and celebrate this chance to be alive and breathing.

This body holding me reminds me of my own mortality.
Embrace this moment. Remember. we are eternal.
all this pain is an illusion.

TL