venerdì 22 aprile 2011

Gorin no Sho

In realtà, al momento, ho un groviglio di pensieri che mi si agitano nella testa.
Ma sono ancora parecchio confusi e viaggiano fra tesi e antitesi, senza però giungere ad una sintesi!
Intanto procede la lettura del Libro dei Cinque Anelli di Musashi Miyamoto, e posso solo dire che questo testo va oltre il suo contenuto: sto provando la sensazione che già mi era stata preannunciata, senza però essere stata condizionata da questa.
Miyamoto prende in esame le tecniche di combattimento della Scuola delle due Spade,  da egli stesso fondata, incentrando il proprio insegnamento sulla concentrazione e la fermezza, ma anche sulla fluidità e la capacità di mutare naturalmente, adattandola, la propria posizione di combattimento in base alle condizioni richieste dallo scontro in atto.
Beh, io credo che questo sia un precetto fondamentale da intendersi sotto il profilo più esteso di una filosofia di vita, piuttosto che in esclusiva relazione con la via dell'Hejō [arte del samurai], poiché, almeno in base a ciò cui sono giunta negli ultimi anni, credo sia indispensabile evitare di farsi trovare rigidi di fronte ai più disparati accadimenti che compongono il percorso di un individuo.
Miyamoto Musashi
Essere flessibili, giunchi che non dimenticano di essere giunchi se piegati un po' al vento o fluida e malleabile acqua, le cui molecole rimangono intatte nonostante le numerose forme e stadi che essa può assumere.
Una volontà forte che non corrisponde ad una rigidità d'atteggiamento e ad un animo granitico, bensì che può mostrarsi in libertà sotto l'aspetto cangiante di un camaleonte e che mai sarà considerata come fittizia o falsificata; il camaleonte rimane camaleonte, a prescindere dal colore che vestirà la sua pelle. 
È l'identità il perno, non la forma!
L'identità nella sua multiforme ma immutabile essenza! :)
Io scrivo con entusiasmo queste righe, perché, ogni volta che mi trovo davanti al pensiero orientale, lo riscopro sempre più vicino al mio sentire, ma seguendo un percorso del tutto naturale.
Credetemi, non esiste presunzione nelle mie parole o perentorietà, non intendo insegnare nulla a nessuno, ma solo trasmettere un qualcosa che sfavilla dentro il mio animo. 
Questa è un'altra delle grandi lezioni che sto ancora cercando di imparare: la modestia dell'espressione.


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