Certe volte si scrive, altre si dimentica di farlo, ma ciò che non si arresta è l'attività del pensiero.
Se solo provassimo a farlo, ci accorgeremmo di come questa sensazione, l'assenza di pensiero, in realtà sia solo una mera illusione.
Ad un pensiero ne sopraggiunge un altro di consistenza uguale e contraria, al "pensare" sostituiamo l'ordine del "non pensare" e nel pensare al non pensare pensiamo ugualmente.
Tutto ciò mi fa supporre che la maggior parte delle attività meditative partano e si sviluppino totalmente dalla mente [e qui qualcuno di mia stretta conoscenza potrebbe rimproverarmi di avere nuovamente scoperto qualcosa che era stato già intuito precedentemente! :P] e che nella mente si concretizzino fino a divenire altro, percepito in forma estranea ed esterna.
La cosa non mi spaventa, anzi mi affascina parecchio il pensare che la mente umana possieda una potenza così elevata e, comunque, questo auto-condizionamento non esclude affatto che, attraverso di esso, si possa realmente accedere a mondi interiori ed immagini interiori decodificate tramite simboli a noi più o meno noti.
Ciò che pensiamo sia al di fuori, torna nuovamente all'interno; ciò che abbiamo relegato ad una dimensione esterna, ci apparterrebbe nuovamente accrescendo, al nostro occhio, la dignità dell'essere vivente, umano nello specifico; per parlare del mondo animale si dovrebbe riuscire a comunicare effettivamente con quest'ultimo.
È interessante, fra l'altro, notare come una tendenza umana sia quella di spostarsi lontano per conoscere, continuando ad ignorare ciò che si ha sotto il naso.
L'uomo ha esplorato mondi, scoperto continenti e nuove specie, ha sondato e sta ancora sondando le potenzialità della conoscenza scientifica, ma ignora ancora il significato esatto di un "miao".
Le sue intenzioni sono intuibili attraverso l'osservazione, ma per quanto vicina, la mente di un animale a noi rimane pressoché ignota.
Interpretiamo i gesti, le espressioni secondo un codice umano, come è normale che sia, ma sfugge ancora la comprensione reale e concreta del linguaggio animale.
E continuiamo ad osservarli, a studiarli, a lasciarci affascinare da essi, continuiamo a condividere con loro le nostre case, i nostri spazi, le nostre emozioni certi che il linguaggio dei gesti, degli occhi, sia e rimanga universale.
Io sono una sostenitrice di questo pensiero e non credo smetterò facilmente di scrutare uno sguardo fidandomi solo delle sensazioni che mi vengono trasmesse dagli occhi, sento una profonda ed intima connessione con questo mondo che mi viene confermata dal contatto; credo nello straordinario e vesto le esperienze di sostanze magiche.
Forse sto soltanto tentando di colorare il mio mondo, ma queste luci che vedo e creo, aprono a me spiragli verso quell'altro che, probabilmente, mi abita dentro.
Se solo provassimo a farlo, ci accorgeremmo di come questa sensazione, l'assenza di pensiero, in realtà sia solo una mera illusione.
Ad un pensiero ne sopraggiunge un altro di consistenza uguale e contraria, al "pensare" sostituiamo l'ordine del "non pensare" e nel pensare al non pensare pensiamo ugualmente.
Tutto ciò mi fa supporre che la maggior parte delle attività meditative partano e si sviluppino totalmente dalla mente [e qui qualcuno di mia stretta conoscenza potrebbe rimproverarmi di avere nuovamente scoperto qualcosa che era stato già intuito precedentemente! :P] e che nella mente si concretizzino fino a divenire altro, percepito in forma estranea ed esterna.
La cosa non mi spaventa, anzi mi affascina parecchio il pensare che la mente umana possieda una potenza così elevata e, comunque, questo auto-condizionamento non esclude affatto che, attraverso di esso, si possa realmente accedere a mondi interiori ed immagini interiori decodificate tramite simboli a noi più o meno noti.
Ciò che pensiamo sia al di fuori, torna nuovamente all'interno; ciò che abbiamo relegato ad una dimensione esterna, ci apparterrebbe nuovamente accrescendo, al nostro occhio, la dignità dell'essere vivente, umano nello specifico; per parlare del mondo animale si dovrebbe riuscire a comunicare effettivamente con quest'ultimo.
È interessante, fra l'altro, notare come una tendenza umana sia quella di spostarsi lontano per conoscere, continuando ad ignorare ciò che si ha sotto il naso.
L'uomo ha esplorato mondi, scoperto continenti e nuove specie, ha sondato e sta ancora sondando le potenzialità della conoscenza scientifica, ma ignora ancora il significato esatto di un "miao".
Le sue intenzioni sono intuibili attraverso l'osservazione, ma per quanto vicina, la mente di un animale a noi rimane pressoché ignota.
Interpretiamo i gesti, le espressioni secondo un codice umano, come è normale che sia, ma sfugge ancora la comprensione reale e concreta del linguaggio animale.
Alexis, Occhio di tigre, schizzo, 2007. |
Io sono una sostenitrice di questo pensiero e non credo smetterò facilmente di scrutare uno sguardo fidandomi solo delle sensazioni che mi vengono trasmesse dagli occhi, sento una profonda ed intima connessione con questo mondo che mi viene confermata dal contatto; credo nello straordinario e vesto le esperienze di sostanze magiche.
Forse sto soltanto tentando di colorare il mio mondo, ma queste luci che vedo e creo, aprono a me spiragli verso quell'altro che, probabilmente, mi abita dentro.
Alexis[A.H.V.]
13.04.2011
6 commenti:
Grazie Alexis è molto interessante quello che hai scritto, uno spunto per riflettere!
Quale differenza passa fra Scoprire e Intuire qualcosa in uno sguardo?
In questo momento mi piaceva credere alla democrazia dei Se e al governo dell'Io...
Mi viene da sorridere, la politica della coscienza, dalle mie parti è in ballottaggio... ^___^
Il tuo disegno mi piace molto, una parte di me vede un foglio con dei segni diversamente orientati e
timbricamente diversificati, emotivamente sensuali...
L'altra parte, il Se coscente (o governo dell'Io), vede il parziale del volto di una tigre, la visione questa
volta è inqetante, scorgo solo una parte perche il resto è nascosto, forse è in aguato?
"credo nello straordinario e vesto le esperienze di sostanze magiche..."
Questa tua frase mi piace cosi tanto, che vorrei ricominciare a pensare tutto da capo, partendo da lei!
...
Grazie per il commento Daniè, veramente. :) [Mi sono arrivati i suggerimenti tramite mail! Appena ho testa per farlo ti rispondo lì!]
Comunque mi piace la visione che hai dato di questo schizzo, effettivamente è entrambe le cose, se ci pensi. È trama indistinta e forma compiuta allo stesso tempo, come tutti i disegni, in fondo!
Andare oltre, oltre la forma generale per sottolineare ogni singolo "frame"! :))
A me quest'occhio di tigre era parso, e continua a parermi, un dettaglio della testa di uno scimpanzè! Uh!
Più che un'intuizione già data, direi che la meditazione come atto che scaturisce dalla mente è un fatto ovvio.
E' diversa, come sai, dallo yoga, nel quale invece il pensiero può venire se non annullato, sospeso e messo in stand-by. Lavorerà forse nell'inconscio profondo, dove però si fa già meno pensiero e più emozione. Ma viene dominato.
Uhm, in realtà è pensiero comunque, secondo me. Pensiero in un senso diverso, ma sempre pensiero, poiché, ciò che si fa nello yoga, o che almeno a me capitava, era concentrarsi sul corpo, i movimenti, le sensazioni fisiche ed emotive che esso promanava. Il pensiero viene dominato, è vero, ma nel senso che viene direzionato verso un determinato scopo e si concentra in esso, pensa di pensare al corpo.
È difficile stabilire con certezza questo tipo di relazioni... poi, questo lo dico perché io non sono mai riuscita ad annullare totalmente il mio pensiero e dovevo dirmi di seguire il corpo o, comunque, assumere un atteggiamento mentale che si prestava all'ascolto del corpo, ma c'è pensiero anche in questo, solo che crea maggiore armonia con la fisicità!
Almeno credo! ù_ù
Sì, capisco a cosa ti riferisci: ma si tratta di uno 'stadio', se vogliamo chiamarlo così, precedente alla sospensione del pensiero.
Lo yoga mira appunto a distogliersi da questo meccanismo, a portare la persona in uno stato di pressoché pura percezione; e poi ancora oltre: a non farle percepire assolutamente nulla sia di ciò che ha dentro (pensiero / emozione) sia di ciò che materialmente la circonda.
E' arrivati a quel punto che il tempo perde la consueta consistenza, possono passare ore (e sembrare un attimo) oppure viceversa.
E' solo uno degli obbiettivi, chiaramente. Ma subito dopo la meditazione e la familiarità armonica col corpo viene questo.
È possibile anche che io non vi sia arrivata! ù_ù
Ma sai perché ragionavo su queste questioni? Perché a me capita spesso di 'osservarmi' durante la pratica e di 'commentare' ciò che succede con una parte della mia mente! Come se rimanessi attiva e non solo un'osservatrice passiva di ciò che accade.
Forse la sospensione del pensiero è solo un'illusione e l'esperienza percettiva viene incamerata come ricordo e forma di pensiero dalla consistenza differente rispetto al tipo di pensiero cui siamo abituati dal e nel quotidiano, ma pensiero rimane! Credo!
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