È difficile guarire dalla malattia della delicatezza.
Una volta sperimentata, una volta compresa la realtà della sua esistenza, è assolutamente impossibile dimenticarsene o non desiderarla ancora. Soprattutto per le anime che non l'hanno mai incontrata.
E basta un gesto, un gesto semplice e probabilmente privo di senso effettivo per scatenare il desiderio di una seconda volta.
Quando ci si sente trattati come un fiore che viene accarezzato e non colto, immediatamente nel cuore nasce la consapevolezza di un'ulteriore necessità che diventa vitale ed indispensabile, perché era ciò che si desiderava da un vita, in fondo.
Come si può, adesso, tornare indietro e accontentarsi? Come si può evitare di ricercare qualcosa di meraviglioso di cui si è fatta esperienza ma che pur rimane così rara da trovare?
E per scatenare tutto questo, per giungere al punto di non ritorno, non è bastato che un cenno mosso da una natura intrinseca, disinteressata, a suo modo splendidamente pura.
Alexis
11.10.2010
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