lunedì 14 febbraio 2011

Giorni in cui sento la Primavera in corpo.

Recuperare l'istinto del magico, la fascinazione per l'arcano.
Quella sottile conoscenza del mondo che convive con la scienza, la medicina, il culto, senza denudarlo con violenza, senza stuprarne gli antri misteriosi ed occulti; lasciandosi ammaliare con languore e curiosità dalla sua bellezza e amandolo profondamente.
Il seme del divino è in noi, come in ciò che ci circonda; non esiste un al di fuori, un estraneo, un esterno.
Prima tutto era uno e poi gli uomini lo hanno diviso, una torre di Babele non più ad opera di un dio capriccioso, ma voluta della stessa umanità consacrata al contrasto, alla diatriba, allo scontro, piuttosto che all'armonia, alla serena consapevolezza della diversità. Che sia stata una via per tornare sul sentiero della comprensione? È probabile e pure inconsciamente possibile. :)
Non mi arrogo il diritto di conoscere ciò che non posso sapere, ma è in giorni come questi che qualcosa in me si risveglia. Giorni in cui il sole batte sulla fronte e sulla città e lo sento sulla pelle come linfa vitale, giorni in cui la primavera comincia a farsi strada sotto i terreni innevati, umidi e ancora freddi. Giorni in cui accadono piccole e semplici cose che riscaldano il cuore. Giorni in cui salta nuovamente fuori una passione sentita e sincera [vedi immagine] per vie inaspettate.

Jia Lu, Egyptian Goddess
Dal rispettivo commento, della stessa artista, che ha scatenato questo post:
«We are gods and goddesses, and sometimes, like the people of Egypt, it seems we can even control our own fates.»

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