martedì 31 maggio 2011

L'unicità della Copia

In questo mese di reclusione forzata ma fortuita, ho avuto modo di ritrovare una quiete ed un equilibrio che andavo, man mano, perdendo.
Ho ripreso dei progetti 'scrittorii', ne ho avviato degli altri e, a livello grafico, mi sono limitata ad osservare e scopiazzare qualche figura che ritenevo attraente dal punto di vista stilistico; niente di che, insomma! Devo dire, però, che sto sviluppando un tratto piuttosto maturo rispetto a quello al quale sono abituata ed ho compreso che osservare e 'imitare' può costituire un buon mezzo per modificare/migliorare la propria sensibilità grafica, oltre che ampliarla.
Effettivamente, i primi schizzi prodotti quando ero bambina nascevano da suggestioni grafiche esterne che mi fornivano degli input successivamente elaborati in base alle doti di allora, salvo poi abbandonare il mezzo della copia, fondamentalmente perché 'non brava a copiare', nell'illusione/presunzione di poter fare tranquillamente da me.
Ma invece no!
Sto scoprendo una dimensione creativa della copia, oltre che imitativa, poiché i tratti acquisiti possono servire da calco per futuri progetti e vanno, comunque, ad arricchire il bagaglio conoscitivo personale, senza contare che una figura copiata possiede sempre il calco della mano che gli da forma e diventa una prodotto unico nel suo genere, può essere arricchita anche, o modificata rispetto all'originale nei colori e deformata nel contenuto, ad esempio.
Esistono 'copie', serigrafie, che hanno fatto la storia e la rivoluzione dell'Arte, soprattutto nel panorama contemporaneo [Duchamp, Warhol per citarne alcuni] e altre che hanno decretato i dettami di intere correnti artistiche [si pensi a Winckelmann e al Neoclassicimo], anche se per errore inconscio, e non me la sento più di considerare una copia come qualcosa di inferiore all'originale.

M. Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919

Essa acquisisce dignità autonoma, anche se fortemente referenziale, ed una propria, specifica utilità ed importanza.


F. Bacon,
Studio dal ritratto di Papa Innocenzo X di Velàzquez, 1953. 

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