sabato 30 luglio 2011

Un po' di Belle Arti.

Il surrealismo liquido e lunare di Yves Tanguy.


L'onirismo fiabesco naïf e primitivo di Henri Rousseau.


Spontaneamente, mi sono trovata a pensare di essere di fronte a due artisti senza tempo. 
Nel primo caso, Tanguy, perché le sue opere sembrano essere uscite dai più recenti studi di computer grafica. La tridimensionalità, la liquidità e la freddezza lunare, desolante, delle forme sembra essere un prodotto più contemporaneo di quanto in realtà non sia, figlio di una estesa glaciazione dei tempi che prevede la computerizzazione dell'intera esistenza. Le sue figure sono diverse da quelle (già definite bonariamente da me) 'ingombranti' di Dalì, sono più silenziose, quiete, quasi immateriche, degli spiriti che vagano nello scheletro di una realtà presunta.
Rousseau, invece, trasporta in un mondo che condivide con Ligabue la stessa tensione 'infantile', la stessa carica immaginaria, visionaria, fortemente archetipica. Non è semplice trovare le parole per esprimere ciò che Rousseau mi comunica, ma credo non ne esistano di più esatte di quelle che ho appena utilizzato; come se egli cogliesse direttamente le idee delle forme e della realtà sensibile per renderle concetto eterno, immanente, inevitabilmente riconoscibile.
Magritte avrà avuto qualcosa da divorare di lui per la propria arte, a mio avviso, così come il sopracitato Ligabue.
Alexis[A.H.V.]
30.07.2011

1 commento:

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Grazie per queste tue perle d'arte.Salutoni a presto