sabato 24 luglio 2010

Sul Bianco e sul Dialogo[si ringraziano gli autori di RossoVenexiano per questi input]

[Sul Bianco]
Il bianco, per noi simbolo di purezza e luce, per gli orientali segno di lutto profondo, il (non)colore dei fantasmi e delle spose. In esso non esistono colori, in quanto riflessi, trascinati altrove, abbandonati alla dispersione, mentre il nero se ne fa carico, li porta in grembo come madre ossessiva e premurosa.
E forse continuerò ad apprezzare quest'ultimo al presuntuoso pallore, suo gemello.
Chi vive di colori vive di pienezza, per essi il bianco è il nulla.

[Sul Dialogo]
Farsi capire è una delle cose più difficili e una delle sfide più grandi che l'uomo deve affrontare.
Eppure è strano, o almeno così pare, dato che sulla comunicazione, sulla costruzione delle lingue, delle grammatiche e delle sintassi abbiamo fondato la nostra intera società... ma tra le persone mancano sempre pezzi di puzzle, manca il tassello che permette la totale comprensione dell'altro. Questo è il segno tangibile della nostra diversità individuale, un segno che ci permette di compenetrarci, ma non di fonderci totalmente, perché se ci fosse totale comprensione non ci sarebbe scontro[dove per scontro intendo dire dialogo] e se non ci fosse scontro non ci sarebbero né crescita né sviluppo.
Il "non capirsi" in senso lato può divenire terreno fertile per la costruzione ed il miglioramento, poiché spinge alla ricerca del compromesso, una sorta di aggancio fra due anelli di una catena che continueranno ad esistere e sussistere separatamente[utili sì, ma soltanto in potenza] e che verranno accomunati da qualcosa che li rende effettivamente "utili e saldi".

Ovviamente il mio discorso approda e prende le mosse dal generale e generico, gestire i rapporti interpersonali è notevolmente più complicato. Precisazione forse superflua, ma che va fatta ad onor del vero.

Alexis
12.07.2010
Alberto Burri, Cretto, 1975.

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