La cosa bella dell'avere/curare un blog è che la comunicazione che si crea con gli altri è sempre più profonda e "disinteressata" di quella che può venire a crearsi su facebook, il regno dell'istantaneo.
Vi è un interesse spassionato per ciò che si legge, lo scambio di informazioni, di nozioni, di pensieri... tutte cose che su facebook esistono comunque, ma delle quali vengono notevolmente limitate le potenzialità e non sempre per una qualche forma di atrofia cerebrale che investe le menti degli iscritti [variabile che in qualche caso, però, gioca la parte del leone] bensì perché esso si presenta come una vera e propria "vetrina delle identità" [fittizie o reali che siano] in cui ci si lascia distrarre da altri fattori, da inezie d'ogni tipo. Un gioco delle parti in cui determinati aspetti del nostro modo di essere vengono accentuati talvolta al punto da dimenticare cosa si sta facendo per se stessi e cosa si fa, invece, per gli altri.
I motivi, come già detto, possono essere i più stupidi: un interesse particolare verso qualcuno, la volontà di dare un' immagine di se stessi che risulti particolarmente "forte e ricca di contenuti" o il bisogno di soddisfare il proprio narcisismo sentendosi continuamente adulati per il proprio estro, la propria cultura e robe simili.
La cosa bella/brutta è che, di questo sistema, ne siamo tutti vittime. Consapevoli ed inconsapevoli.
La prova del nove è affidata, come sempre e per fortuna, al vecchio e caro sistema del dialogo e dell'interazione dal vivo, fase in cui i gesti e le espressioni, se ben osservati, riescono a smascherare chi si cela dietro un fantoccio... anche se si rischia comunque di incorrere in strategie comunicative e camuffamenti vari della personalità!
In realtà, il web si fa specchio della realtà e gli atteggiamenti e le cattive abitudini sociali non fanno altro che essere riproposti e reiterati a non finire con l'aggravante della smaterializzazione della persona a favore di un'immagine che si fa sempre più rarefatta, eterea ed inconsistente, addirittura falsificata in qualche caso.
Non prendete queste mie riflessioni come uno sputare su un qualcosa che utilizzo anche io.
Come qualsiasi altro mezzo di comunicazione, facebook ha anche i suoi lati positivi: ci si connette con il mondo, si ha la possibilità di conoscere cose che, altrimenti, sarebbero rimaste sconosciute [io per prima ho conosciuto tantissimi artisti grazie a questo diabolico mezzo] e lascia molto spazio alla libertà d'espressione; il mio intervento si pone soltanto come un tentativo di ragionare, osservare con una lente d'ingrandimento i meccanismi che muovono questo sistema di comunicazione tanto diffuso. Senza particolari pregiudizi, solo per genuina curiosità e per un raffronto nato spontaneamente, dato che ho avuto e ho tuttora un blog che cerco di gestire al meglio e che penso di preferire a facebook, nonostante cerchi di mandare avanti anche questo spazio in maniera più o meno sensata.
Pablo Picasso, Donna allo specchio, 1932. |
Alexis
1 commento:
E non poteva essere altrimenti! :D
Credo che facebook sia anche una sorta di "fiammata". Nel senso che lo utilizzi finché credi possa veramente servire a qualcosa o per il puro piacere di utilizzarlo, ma chi ha una mente sveglia e reattiva si rende facilmente conto della sua intrinseca inutilità e quando quest'idea giunge a maturazione... avviene il distacco. È solo il mezzo più facile e diretto per arrivare a certe cose, ma non è di certo l'unico. Insomma, ce lo fanno credere indispensabile e noi abbocchiamo o facciamo finta di farlo finché ci conviene! :)
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