domenica 8 agosto 2010

«La vita di ogni uomo è una via verso se stesso[...]»

«Molte volte avevo fantasticato sul mio futuro, avevo sognato ruoli che mi potevano essere destinati, poeta o profeta o pittore o qualcosa di simile. Niente di tutto ciò. Né io ero qui per fare il poeta, per predicare o dipingere, non ero qui per questo. Tutto ciò è secondario. La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi. Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. Il problema è realizzare il suo proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sé.»

Brano e citazione tratti dal Demian di Hermann Hesse.

Paul  Klee, Senecio, 1922.

Esistono certi autori e certi libri che sembrano tatuati sulla nostra pelle, radicati alla nostra essenza più profonda. Sembrano quasi rappresentazioni esterne di pensieri e tumulti che abitano da sempre la nostra anima. Noi viaggiamo costantemente alla ricerca di queste rappresentazioni, che chiamano instancabilmente i nostri nomi fino a quando non siamo disposti e pronti ad udirli. Ne veniamo attratti fatalmente, poiché abbiamo qualcosa di fondamentale da trarne. E diveniamo noi stessi ogni istante di più, ci sveliamo al mondo, ma prima di tutto ai nostri stessi occhi.
L'Arte è anche ausilio che permette all'uomo di procedere verso se stesso, sia nel senso della creazione che, appunto, nel senso della pura fruizione.
E dico questo perché, rileggendo passi di Hesse, io mi rivedo, rivedo la me di ieri e quella di oggi e aspetterò e vivrò ancora altri domani per potermi rivedere ancora.

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