Vorrei espandere le mie braccia, moltiplicarle, come fossero innumerevoli teste di Hydra.
Perdermi con le estremità di ogni fibra dentro il gioco sensuale dell'infinito, provare il brivido della fusione con la vita permanendo creatura dotata di forma finita.
Ditemi, come è possibile mutare la densità della superficie, rendere liquida l'epidermide per connetterla alla gassosa e lucente consistenza dell'anima? E perché, nella mia eterna visione di ascesi, vedo il mio corpo orribilmente deforme congiungersi al più profondo nero?
Esso rappresenta forse un Nirvana, un nulla dal quale proveniamo e al quale, prima o poi, ritorneremo? O è forse il collasso delle molteplici suggestioni della vita, il peso che la nostra forma umana ci costringe a portare dentro, magma imprigionato da un involucro troppo piccolo? Sarà per questo che il mio corpo appare così mostruoso, vene e capillari esplodono, lasciando spazio solo al pianto?
Necessito di dare forma a ciò che ho dentro e solo di rado ho occasione di vedere chiaramente il volto delle mie più intime emozioni.
Noi umani siamo così, ci troviamo nelle medesime condizioni di quella creatura abnorme oppressa dall'infinità dei suoi arti, con i quali non toccherà mai nulla, non raggiungerà mai alcuna meta, ingorda di conoscenza mai sfamata. Diverremo sempre più invadenti, ingombranti, onnipresenti, proveremo continue estasi carnali ad ogni lombo in espansione, ma il nero alle nostre spalle continuerà ad opprimerci e a rammentarci che, in fondo, questo è tutto inutile.
Siamo già esseri infiniti, anima e corpo, in realtà, sono già saldamente congiunti nel divino sodalizio dell'eternità. E noi, costantemente, ignoriamo questa realtà.
Alexis
1.09.2010
1 commento:
Direi che è la perfetta sinossi sensualizzata del tuo pensiero sull'atteggimaneto della vita, dell'annullazione dell'io sociale, e della vittoria dello spirito (e non anima) nella sua natura più istintiva che altro.
Mi avevi mandato una volta un testo con una riflessione simile, ma questo mi sembra molto meno pensato, ragionato, appunto istintivo. E mi piace di più.
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