venerdì 3 dicembre 2010

Lo strano equilibrio fra Yin e Yang

L'universo maschile mi affascina parecchio perché lo ritengo più capace di reazioni spontanee e di espressioni artistiche più sincere. Noi donne siamo spesso eccessivamente condizionate ed interessate nelle nostre esternazioni, anche se inconsapevolmente.
Io mi ritengo da sempre più simile ad un uomo sotto certi aspetti, merito forse di un placido equilibrio fra lo yin e lo yang, anche se non nascondo che ciò mi ha portato non pochi problemi, soprattutto durante il periodo della pubertà.
Riconoscevo la mia diversità rispetto ad alcune sfumature del mondo femminile, la mia etica più salda, il mio ostinato e giustificato odio verso le reazioni melodrammatiche e la ricerca squallida di attenzioni attraverso lacrime e piagnistei varii e tuttora malsopporto alcuni atteggiamenti tipicamente femminili, li ritengo frivoli, stupidi e totalmente insensati, ma non ho potuto fare a meno di confrontarmi con la mia essenza di donna nel corso degli anni, ho dovuto accettarla e combatterne alcuni aspetti in combutta ancora oggi. E le esperienze mi hanno forgiata in tal senso, per fortuna.
Il mio obiettivo è stato sempre quello di creare una linea di demarcazione che dividesse me dagli altri esseri, soprattutto da quelli femminili, ho sempre cercato di affinare gli aspetti più alti della mia moralità ed attività intellettiva, ma non avrei potuto farlo se ciò non fosse stato già insito in me dalla nascita.
Quella che sento e che ho sempre sentito è una diversità di fatto che non ha caratteri identificabili o inscrivibili nell'identità sessuale, è una diversità di spirito, di indole, di cui vado onestamente fiera. Tutto questo discorso sembrerà un grandissimo elogio a me stessa, ed in parte lo è e non posso negarlo, ma ciò nasce dalla forte consapevolezza che ho di me e dalla volontà ed il proposito di non perdermi mai fra i flutti dell'esistenza.
Ciò che mi spaventa di più del mondo femminile è la frivolezza, l'essere banale, la superficialità. Per una donna è molto più semplice, a mio parere, cadere in trappole di questo tipo, basta soltanto un cruccio sentimentale, qualcosa che tocchi la vena del protagonismo stucchevolmente romantico ed è fatta, tutto lo spessore che una donna può avere svanisce immediatamente nel nulla. Non critico affatto la purezza di spirito e/o la passionalità che una donna può mettere nelle cose che fa e nelle situazioni che vive [anche qui esperienza insegna sia nel bene che nel male], so che quando esistono emozioni pure e sincere noi donne siamo capaci di una sensibilità e di un'empatia incredibili e senza eguali, conosciamo l'arte del sacrificio per l'altro, ma ciò in fondo comporta sempre un barlume di protagonismo ed un pizzico di intrinseca vanità, così come siamo portate ad esprimere tutto con il filtro dell'io narrante/protagonista che corrisponde all'io scrittore/artista.
Infondiamo noi stesse in tutto ciò che facciamo in maniera spesso massiccia ed invasiva, inevitabilmente autobiografica, potreste dirmi che questo è un processo comune anche agli uomini, ed in effetti, pensandoci, è vero, però è come se nell'uomo si percepisse una sorta di universalità dei messaggi, una oggettività che alla donna è quasi impossibile da raggiungere, a meno che non utilizzi escamotage letterario-artistici per cui si attui un effettivo distacco fra l'autrice/artista e le sensazioni/situazioni/personaggi descritti e rappresentati.
Ed è a quel tipo di oggettività che io aspiro.
A quel particolare modo di sentire il mondo, le arti e la vita che mi attrae perché lo trovo intriso di una sensibilità più pura, differente. Trovo gli uomini capaci di partorire le perle più maestose e lucenti, capaci di dar vita alle sensazioni più ingenue e sincere come a quelle più ferine e terribili, trovo gli uomini degli esseri stupendi, la cui bellezza e fascino risiedono in quell'animo bambino che trova spazio e vita nelle passioni di cui si circondano e sperimentano, nella curiosità viva che li anima.
In realtà, al di là delle idealizzazioni e dei confronti di sorta, uomini e donne sono esseri che, nelle loro potenzialità più alte, costituiscono un connubio ed una perfezione divini. Due mondi che si incontrano, due universi che combaciano pur mantenendo le proprie diversità e caratteristiche e dovremmo sforzarci di più nel comprendere la controparte, accostarci ad essa per trarne giovamento... ed è, infatti, quello che sto cercando di fare in questa mia vita: soppesare i piatti della bilancia in favore di un equilibrio che mi porti ad avere una coscienza espansa ed aperta.
Ancora sono molto critica rispetto a certe cose e questo scritto lo dimostra, ma sono qui per mettermi costantemente alla prova.

Alexis
03.12.2010

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