Volente o nolente, prima o poi a tutti tocca affrontare le proprie paure, piccole o grandi che siano.
Le parole di quest'uomo infondono grande serenità e consapevolezza, ma consapevolezza, anche e soprattutto, della propria debolezza.
Ho apprezzato tantissimo l'ammissione del dubbio riguardo la possibilità di affrontare con il sorriso la situazione in cui si è trovato, se essa si fosse presentata in età giovanile; l'ho trovato un sincero gesto di profonda umiltà e modestia.
Avere paura è umano, avere paura della morte[propria e degli altri] è assolutamente umano.
Ed è bizzarro come la nostra unica certezza, a parte quella dell'essere nati, corrisponda anche al nostro più grande timore. Ma prima ancora della morte, v'è la paura di soffrire, di provare dolore, diretto o riflesso che sia.
E allora come affrontarli, questi timori? Come superare la soglia comune ed accogliergli come parte dell'esistenza? Sperimentandoli fino all'ultimo per poi tirarne le somme dopo o concependoli come dati di fatto, eventi? Come riuscire a maturare ed applicare questa consapevolezza?
Con l'esperienza, credo, soltanto attraverso l'esperienza.
Nessun commento:
Posta un commento