giovedì 24 marzo 2011

Equilibrium

So[quindi], facendo un attimo il punto della situazione, dico che, sinceramente, sono stufa di cadere sempre preda delle reazioni istintive!
Che poi sono istintive solo in nuce, poiché l'azione che ne consegue è maturata e masticata per bene prima di sgorgare come un fiotto di fiume dalle rocce, ritornando in qualche modo istintiva; e a questo mi faceva pensare, tempo fa, il mio amico Albo. A come spesso una reazione apparentemente istintiva sia frutto di un ragionamento interno giunto inconsciamente a cottura; e pensandoci, sbagliato, il concetto, non è.
Dal web©
Una reazione istintiva che sia pura, dovrebbe prevedere la totale assenza di pensiero e quindi essere azione pura, almeno credo, mentre quelle che vengono definite come tali, in realtà non sono altro che l'espressione di un'aggressività, malcontento, dispiacere repressi che convogliano in una manifestazione pubblica, esteriore, che si rende nota ad occhio estraneo/esterno.
Cosa rimane quindi, dell'istinto? Forse semplicemente la funzione di copertura e canale di ciò che non è stato espresso precedentemente.
Determinati aspetti, in me, erano prima eccessivamente accentuati, a causa di ciò conosco abbastanza bene, nell'universo della mia esperienza personale, questi processi e riconosco di averne combattuti con successo alcuni, tralasciandone altri che mi sto trovando ad affrontare nel mio presente attuale, mi riferisco a quell'emotività di cui lamentavo qualche post fa.
La mia emotività coesiste con un apparato cosciente e logico forte tanto quanto ma saldo solo al 50% dell'auspicabile, e affermo questo poiché noto che la prima a soffrirne è me medesima; da qui la necessità di un'autoanalisi che sia pubblica, come in questo caso. Un modo per riordinare i pensieri senza scaricarli su di un target preciso, ma lasciandoli liberi di essere colti da chi vuole e da me stessa, con una leggerezza maggiore.
Questi gli effetti terapeutici della scrittura e del disegno! :)
Quando non si riesce a controllare il proprio stato emotivo, facilmente si cade in uno stato di pesantezza che abbraccia tutto ciò che ruota attorno all'individuo... e questa sensazione mi da incredibilmente fastidio.
Mi da fastidio procurare fastidio, spossatezza, soprattutto perché, dagli altri, vengo spesso ritratta come una persona capace di infondere serenità e benessere, quindi perché lasciarmi andare a ruoli che non mi competono? Perché far prevalere lo yin sullo yang?
Godo quando essi si trovano in placido equilibrio, quando sento che dentro me la bilancia non pende da un lato piuttosto che da un altro, e qui non si tratta di un appello alle filosofie del Sol Levante, bensì di un appello a me e a ciò che sento di stare malauguratamente vivendo.
Quindi riequilibriamoci, please. ù_ù

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo mi trovo impreparata sull'argomento istintività,poichè penso di esserne completamente priva...come una macchina un po' difettosa.Anzi sono quasi certa che il mio cervello potrebbe scoppiare nel vortice dei miei tormenti razionali ;)
Un abbraccio

Alexis ha detto...

Il problema, nel tuo caso, è opposto ma affine!
Ho conosciuto persone estremamente razionali che sono state capaci, in alcuni casi, di privarsi della magia delle cose in nome di un calcolo delle probabilità sulle stesse, finendo per aggrovigliarsi e basta! :)
L'essere emotivi, così come l'essere ragionevoli, comporta dei privilegi... bisogna trovare il giusto equilibrio fra le cose!

Un salutone! ^_^