Da una citazione letta stamattina:
«La nostra realtà nasconde una seconda realtà [una realtà meravigliosa], che non è né misteriosa né teologica, ma anzi profondamente umana. Essa, a causa di una lunga serie di equivoci, resta purtroppo nascosta sotto una realtà prefabbricata da molti secoli di cultura, una cultura che può vantare molte grandi scoperte ma anche profonde aberrazioni, profonde distorsioni.» - Julio Cortázar
In linea di massima, questo è anche il pensiero che vado via via concretizzando e che mi porta, come già accennato, a riscoprire una dimensione la cui magia risiede nella consapevolezza dell'esistenza di una realtà umana talmente forte e talmente pregna, da non avere necessità di essere sublimata attraverso l'ausilio di entità esterne. Questa dimensione umana è, ovviamente, connotata da meraviglioso e terribile al contempo, dalle immagini che abitano la mente che possono essere di estasi divina o fantasmagorica, ma che risplendono in quanto prodotti dell'inconscio miscelato all'intelletto e al suo intrinseco bisogno di dare corpo agli impulsi e stimoli che il corpo riceve attraverso i sensi.
C.M. Mariani, La mano obbedisce all'intelletto, 1983 |
L'uomo è un essere entro il quale coesistono talmente tante componenti che è difficile non solo cercare di comprenderlo a fondo (e comprendersi di conseguenza), ma è anche difficile tentare di spiegare e creare un rapporto lineare con questa creatura e quindi con se stessi.
L'uomo che parla dell'uomo... il metauomo! :D
Chissà quanto spesso ci si accorge, parlando dell'umanità, di farne realmente parte, quasi come se ci si distaccasse dal proprio contesto e dalla propria natura per guardare tutto con un occhio che si presume oggettivo, ma che sarà sempre, intimamente correlato alla natura della materia osservata.
Non è come parlare di un prodotto umano o di qualcosa esterno all'umano, come la natura e gli animali, è qualcosa di totalmente diverso: è l'uomo che osserva da esterno il sistema in cui vive e tenta di darne una spiegazione, un profilo che risulterà sempre parziale, poiché già esclude se stesso e non si contempla come eccezione, alternativa a quel sistema... e qui, e per altre vie, lo giuro, torna un pensiero successivo di Cortázar a proposito della sue ricerche letterarie:
L'uomo che parla dell'uomo... il metauomo! :D
Chissà quanto spesso ci si accorge, parlando dell'umanità, di farne realmente parte, quasi come se ci si distaccasse dal proprio contesto e dalla propria natura per guardare tutto con un occhio che si presume oggettivo, ma che sarà sempre, intimamente correlato alla natura della materia osservata.
Non è come parlare di un prodotto umano o di qualcosa esterno all'umano, come la natura e gli animali, è qualcosa di totalmente diverso: è l'uomo che osserva da esterno il sistema in cui vive e tenta di darne una spiegazione, un profilo che risulterà sempre parziale, poiché già esclude se stesso e non si contempla come eccezione, alternativa a quel sistema... e qui, e per altre vie, lo giuro, torna un pensiero successivo di Cortázar a proposito della sue ricerche letterarie:
«[...] Nel mio caso, il sospetto che [esista] un altro ordine più segreto e meno comunicativo, e la feconda scoperta di Alfred Jarry, per il quale il vero studio della realtà non risiedeva nelle leggi bensì nelle eccezioni a tali leggi, sono stati alcuni dei principii orientativi della mia ricerca personale di una letteratura al margine di qualunque realismo troppo ingenuo.»
Alexis [A.H.V.] - ©Immagini dal web
Citazioni tratte dal testo "Il fantastico" di Remo Ceserani, tutti i diritti riservati.
Citazioni tratte dal testo "Il fantastico" di Remo Ceserani, tutti i diritti riservati.
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