«[...]se è vero che la bellezza può concedersi a chiunque, essa tuttavia non appartiene a nessuno. Già, come posso dirti? La bellezza è come un dente guasto. Sfrega contro la lingua, sta dentro la bocca, duole e combatte per la propria esistenza. Alla fine, il dolore è tale che si va dal dentista a farselo estrarre. Allora, guardando nella propria mano quel piccolo dente marcio e insanguinato, viene da pensare: "E questo? Era tutto qui? Ciò che mi dava dolore, che con la sua esistenza mi faceva penare senza sosta e che aveva in me radici tanto tenaci, adesso non è dunque che materia inanimata! Ma è veramente lo stesso di prima?[...]ciò che è stato estratto fuori di me ed ora sta sulla mia mano è tutt'altra cosa. Senza dubbio non è più lo stesso."
"Capisci?" - proseguì Kashiwagi - "Così è la bellezza."»
da Y.Mishima, Il padiglione d'oro
Come promesso ho ripreso a leggere questo testo da dove lo avevo lasciato un mesetto fa circa, e ne ho trovato un succo, anzi, una polpa parecchio densa e ricca.
Questo passaggio lo trovo uno snodo focale per comprendere ciò che è avvenuto prima e ciò che, probabilmente, si svilupperà successivamente, ma la lettura confermerà o smentirà da sé quanto supposto! :))
Opera di Jiang Guo Fang |
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