Ed è ancora grazie a TheChive, che vengo a conoscenza di un fatto che ignoravo del tutto: la caduta in rovina della città di Detroit.
Sono stata immediatamente spinta a cercare qualche notizia in più, soprattutto a causa del fascino procuratomi dagli scatti di due fotografi che si sono occupati di ritrarre/denunciare la situazione della cittadina americana, Yves Marchand e Romain Meffre, e ho scoperto che quest'ultima imperversa in una crisi demografica dagli anni '60 circa che non accenna ad arrestarsi. Le cause sembrano essere le tensioni razziali degli anni '60, la crisi delle aziende automobilistiche di punta e, di conseguenza, l'aumento dello stato di criminalità, però, se devo essere sincera, ho trovato solo notizie evasive e superficiali a riguardo, nulla che specifichi meglio l'entità ed il motore di questo declino [ Link - Link ].
Una cosa, però, rimane certa: osservare questi scatti è impressionante.
Come è stato già notato, a quanto leggo, sembra quasi di trovarsi sul set di un film post-apocalittico, un luogo in cui ormai vige il ricordo della vita che indossa la maschera della morte, non saprei come meglio definirlo, infatti. I luoghi morti un tempo furono vivi e funzionali e quell'atmosfera sospesa che si crea nelle rovine di questa città, come in quelle da me stessa visitate della antica Poggio Reale, è totalmente pervasa da tracce di ricordi di vita, come un respiro che continua a promulgarsi, anche se affannosamente. Fondamentalmente è questa l'essenza di ciò che definiamo fantasma: il ricordo di una vita attraverso l'apparenza palpabile della morte.
Ballroom, Lee Plaza Hotel |
Bagley-Clifford Office of the National Bank of Detroit |
United Artists Theater |
Melted clock, Cass Technical High School |
Link alla galleria dei due fotografi:
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5 commenti:
@__@ ....
succederà cosi anche da noi?
Sinceramente non lo so, ma per il momento non credo si corra il rischio!
Caspita, non avevo proprio idea che Detroit fosse in questo stato (e la criminalità da sola non basta)...
... le foto, se non sapessi che ritraggono una città tutt'ora viva, appunto, le troverei bellissime.
Lo United Artists Theater (già di per sè evocativo) sembra essere ricoperto di macro-ragnatele, che invece sono giochi di luce sulle colonne e sui legni intagliati...
A me sembra una caverna ghiacciata o sottomarina! :D
Gli intarsi del legno creano una particolare rifrazione di luce che li fa apparire come stalattiti oppure come adombrati da una suoerficie d'acqua! Mi ricorda un po' anche un episodio di Tomb Raider II che si svolge interamente all'interno del relitto di una nave! *_*
Molto interessante, non sapevo di questa "rovina" di Detroid. Le foto sono epiche. Qualcuno vada a riferire la cosa a Harmony Korine, così la usa come scenografia per il suo prossimo film
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