Ho realizzato, proprio in questo momento, come a volte sia superfluo il recensire.
E mi riferisco a tutto ciò che può essere 'recensito' nel senso di analizzato, sviscerato, con lo scopo di essere 'spiegato'.
Recensire un film o un libro o un'opera d'arte, nel senso dell'analisi di quest'ultima, non sempre significa averla compresa, anzi, tendo a pensare che più l'opinione espressa in merito si fa complessa, particolareggiata, tecnica, più ci si allontana dal reale senso dell'oggetto preso in esame.
Giri di parole attorno a concetti che, come le idee che li hanno ispirati, possono essere riassunti in brevi sensazioni, soggettive per altro, ma che mantengono quella pura fugacità di un pensiero afferrato, catturato e poi espresso così, semplicemente.
Con questo non voglio sminuire l'attività di analisi dettagliata, che è comunque importante se si vuole dare un'immagine completa e a 360° del soggetto di cui si tratta, credo, però, che sia spesso fuorviante per le reali o più immediate intenzioni espresse. Come se di un libro, una poesia, un racconto ci si soffermasse eccessivamente sulla forma soffocando le sensazioni che ci hanno lasciato, quelle che comunicano in modo più diretto con il proprio intimo sentire.
Alexis[A.H.V.]