venerdì 1 ottobre 2010

[In penombra]

«V'è forse, in noi Orientali, un'inclinazione ad accettare i limiti, e le circostanze, della vita. Ci rassegniamo all'ombra, così com'è, e senza repulsione. La luce è fievole? Lasciamo che le tenebre ci inghiottano, e scopriamo loro una beltà. Al contrario, l'Occidentale crede nel progresso, e vuol mutare di stato. È passato dalla candela al petrolio, dal petrolio al gas, dal gas all'elettricità, inseguendo una chiarità che snidasse sin l'ultima parcella d'ombra.»

Junichiro Tanizaki
«Libro d'ombra»


Per il mio sentire, questo testo è stato veramente una rivelazione e non nel senso delle notizie sconosciute che mi ha fornito, in quanto conoscevo già questo gusto tutto orientale della penombra e delle luci soffuse[sebbene mi abbia arricchita di curiosità e nozioni su usi costumi e sul teatro tradizionale giapponese], ma mi ha resa ancora più cosciente della mia affinità con il "mondo fluttuante". Come se certi rimandi facessero parte di me in modo innato, io li attuassi quotidianamente con naturalezza fino, poi ,ad identificarli come appartententi a qualcosa di apparentemente lontano da me.
Il gusto per la penombra è un gusto antico che ha pervaso anche le culture occidentali e medio-orientali più sapienti e culturalmente radiose, quali quella greca o quella egizia[ mi vengono in mente i templi illuminati dalle sole torce] e credo che, in fondo, la penombra renda il senso di sacralità dei luoghi, non svela del tutto, non permette di vedere chiaramente, è come una fede. Fidarsi della penombra è affidarsi a quel qualcosa di mistico e divino che percepiamo, talvolta rifiutiamo o troppo spesso accettiamo come certo, mentre rimane, finché siamo umani, soltanto un lieve barlume di luce che filtra sul nostro spirito, a prescindere dal tipo di fede cui ci accostiamo.
L'Occidente illuminista ed illuminato distrugge il misticismo dell'ombra, l'Oriente lo preseva e tutela come bestia rara in estinzione ed in questo testo, in questo fantastico piccolo testo, Tanizaki sottolinea l'importanza del conservare l'ombra per tutto ciò che per gli orientali, ma anche per l'uomo di tutti i tempi e Paesi, significa.
In fondo, Oriente e Occidente, non sono due mondi opposti, sono due modi diversi d'intendere l'esistenza ed esattamente come luce e ombra più che contrapporsi dovrebbero cercare di incontrarsi per imparare reciprocamente qualcosa che si è perso nel tempo[l'ombra] o che si è guadagnato[luce].
Viviamo in un mondo più bello e più ricco di ciò che crediamo, ma non è facile rendersene conto.

Alexis
30.09/01.10.2010

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Come non darti ragione,il mio urlare a destra e a manca quell'ipotetica ipocrisia di cui accusavo un pò tutti,non era altro che un vano tentativo di risvegliarci dal torpore colletivo in cui ci siamo inabissati.Torpore causato dalla troppa luce,che si illumina tutto quello che ci sta attorno,ma che nel contempo ci acceca.L'unico modo per sfuggire a questo infausto bagliore è forse rifugiarsi nella penombra,per cercare di perseguire un umile consapevolezza,anche rischiando un atto di fede.

Alexis ha detto...

Ciao Carmelo!
Innanzitutto ben trovato, suppongo tu abbia trovato il blog da facebook e roba varia e mi fa piacere tu abbia lasciato un commento.
In effetti sì, purtroppo siamo spesso immersi in una chiarezza che è tutto fuorché limpida e ci lasciamo cullare da queste pseudo-certezze creando anche dei rapporti umani fragili e talvolta inconsistenti.
Certo, magari sparare a zero su tutti ha i suoi contro e bisognerebbe cercare di affrontare i discorsi con più calma e meno platealmente, ma questa è questione di modus operandi che può essere incrinata anche da momenti di particolare stress e accumulo, cosa che penso sia accaduta quel famoso venerdì!
Però sono degli scossoni che servono a capirsi e chiarirsi reciprocamente, nel bene e nel male.

Anonimo ha detto...

Beh,quel venerdì hai dovuto sfortunatamente assistere alla mia più brusca e plateale forma d'espressione,conseguenza dell'insoddisfazione radicata in me in quest'ultimo anno.Trovo inaccettabile considerarsi amici,o parte di un gruppo quando si condivide solo la presenza fisica e il pietoso aiuto reciproco necessario giusto alla sopravvivenza.Personalmente considero il rapportarsi con se stesso e gli altri una delle basi di questa esistenza.Il tuo blog l'ho notato tra i link di facebook e devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso dal tuo modo di scrivere/pensare.Ho passato la mattinata leggendo i tuoi post durante il mio pseudo-lavoro.Non ho modo di aggiungerti su facebook,dato che uso clandestinamente l'account del Bellone,perchè non amo particolarmente i social network.Emmesseenne è l'unico servizio di cui ancora dispongo per comunicare virtualmente.Se può farti piacere posso aggiungerti U_U.

Alexis ha detto...

Per me va benissimo, l'unico problema è che a volte non mi arrivano le richieste di aggiunta su msn, quindi semmai mandami un messaggio dal Bellone con scritto il tuo contatto e ti "contro-aggiungo" io!

Comunque grazie per l'apprezzamento e sentiti libero di passare e commentare come e quando vuoi! :)

Alexis ha detto...

Se puoi leggilo Davide!! :D Un saluto e si faccia vedere in facoltà qualche volta!!