L'uomo può esprimersi completamente come tale soltanto nella società cui naturalmente appartiene.
La natura prevede un sistema differente che limiterebbe le potenzialità umane per ovvie ragioni di sopravvivenza a priorità d'azione.
Sembrerà scontato, banale o, al contrario, inconcepibile, però credo che sia così.
Fra l'uomo e l'animale ed i rispettivi ecosistemi esistono delle differenze che non risiedono nei linguaggi o nei bisogni sostanziali né nella dignità, bensì nell'approccio e nello sviluppo di determinate capacità.
L'uomo crea il superfluo; attraverso l'arte, la tecnica, la scrittura, crea quello che viene definito il sapere, elemento, ormai, fra i più importanti che la società possa vantare e che in natura non ha effettivamente ragione di esistere, poiché la necessità dell'immanenza prevale rispetto a quella della speculazione, quindi, semmai, in essa ha ruolo cardine l'esperienza.
Ci riflettevo su dopo aver parlato con un amico di Ritorno alla Laguna Blu e del malloppo di significati che dovrebbe trascinarsi dietro e di quanti di questi siano fondamentalmente basati su concetti idealizzati, come la stessa Natura. Potrò sbagliarmi, ma penso che l'uomo provi una sorta di rispetto filiale nei confronti della natura poiché ne ammira l'equilibrio ed il funzionamento, senza mai rendersi conto abbastanza di cosa comporti realmente il sistema naturale; tendenzialmente, nella Natura si riconosce una sorta di culla dell'umanità e di madre degli esseri ed il mito di ritorno ad essa spiega/giustifica la necessità di purificazione dello spirito umano, ma un uomo che tornasse al naturale... non avrebbe più tempo per essere uomo.
Nutro ancora dei dubbi su ciò che ho scritto, ma mi andava comunque di dargli forma e condividerlo.
Alexis[A.H.V.]
04.09.2011
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Marina "mellarte", Natura-essenza. |